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1 Agosto 2024
Depurazione delle acque reflue: fasi e componenti di trattamento (parte 2)
Il trattamento primario dei reflui garantisce già di per sé dei buoni risultati di depurazione. Per taluni utilizzi delle acque depurate, tuttavia, come il riciclo a uso agricolo e la dispersione su suolo, sono però previsti ulteriori trattamenti secondari, che migliorino la qualità dell’effluente, e abbattano ulteriormente il carico organico e le sostanze inquinanti presenti in dispersione, rendendo lo scarico più sicuro per l’ambiente, e conforme alle normative ambientali più stringenti.
Trattamento secondario
I reflui che hanno completato la prima fase di trattamento potrebbero tuttavia essere sottoposti a un trattamento secondario prima del recapito finale, per affinare la qualità degli effluenti, o in risposta a specifiche normative ambientali, che potrebbero essere più rigorose in alcune regioni o situazioni.
Filtri percolatori
I filtri percolatori sono dei reattori biologici sia anaerobici che aerobici che, grazie al particolare materiale di riempimento che consente l’attecchimento di determinate specie di batteri, migliorano ulteriormente la qualità del refluo domestico, trattando i residui organici. Le acque trattate attraverso un filtro percolatore anaerobico possono quindi essere recapitate in fogna, ma anche in subirrigazione o corso idrico (previo trattamento primario). I filtri percolatori aerobici consentono invece anche lo scarico al suolo.
Impianti a fanghi attivi
Gli impianti a fanghi attivi usano lo stesso principio dei filtri percolatori, impiegando batteri aerobici per digerire la materia organica. Al loro interno è presente, infatti, un diffusore che ne garantisce la proliferazione, per un’efficienza depurativa del 90%. Associato a un trattamento primario come una fossa imhoff e un degrassatore, le acque trattate da un impianto a fanghi attivi possono così essere scaricate in tabella 3, su suolo, o avviate a successive fasi di trattamento.
Depuratori monoblocco a fanghi attivi
I depuratori monoblocco a fanghi attivi combinano tre zone di trattamento: sedimentazione, ossidazione e calma. In questi comparti, le colonie batteriche si nutrono di materiale organico biodegradabile, e producono bolle di ossigeno che permettono una corretta miscelazione del flusso. I depuratori monoblocco possono essere utilizzati sia come trattamenti secondari, oppure, associati a una prima fase di degrassatura, possono essere impiegati per il trattamento primario dei reflui domestici, con scarico in dispersione sotterranea o su corso idrico superficiale.
Trattamenti secondari per scarico Tab. 4
Gli impianti di trattamento secondari per scarico in tabella 4, composti da un percolatore anaerobico e un impianto a fanghi attivi, sono un trattamento secondario che consente il riciclo delle acque per uso irriguo o lo scarico diretto su suolo (se associato a un trattamento primario come vasca imhoff o degrassatore). Le acque sono immesse in una serie di vasche, dove subiscono prima una depurazione anaerobica, e poi una aerobica. Nella seconda vasca, infatti, i diffusori a micro-bolle alimentati da un compressore a membrana immettono delle bolle d’aria che attivano la digestione delle sostanze organiche. Un’ultima sezione della vasca, la zona di chiarificazione, separa i fanghi sospesi prima dell’uscita dall’impianto.
Scarico Finale
Pozzetti (per prelievo fiscale e disperdenti)
Alla fine, i reflui adeguatamente trattati possono essere dispersi in superficie. Ciò avviene sempre monitorando le acque attraverso i campionamenti obbligatori eseguiti attraverso i pozzetti per prelievi fiscali, in conformità con le normative vigenti. I pozzetti disperdenti sono invece l’ultima componente di un sistema di depurazione delle acque reflue e, quando necessari, disperdono il refluo negli strati superficiali del terreno.
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